Porto Torres. Approdi, limiti, città
Promosso dall’Associazione culturale Opiche, il progetto fotografico Porto Torres. Approdi, limiti, città è stato realizzato attraverso il cofinanziamento della Fondazione di Sardegna e di Grimaldi Sardegna e grazie al patrocinio del Comune di Porto Torres, del Flag- Nord Sardegna e del Parco Nazionale dell’Asinara.
Il collettivo ha sviluppato un lavoro composto da tre progetti fotografici differenti, sviluppati da ciascun membro del gruppo, con il tentativo di dare una lettura individuale di tre diversi ambiti paesaggistici della città di Porto Torres: in maniera del tutto spontanea, si è scelto di raccontare ciascuno un contesto periferico, ma allo stesso tempo centrale, della città turritana.
Porto Torres infatti ha sempre vissuto tra terra e mare, in un continuo dualismo che nel corso dei secoli ha donato a questa città un’identità complessa e stratificata e pur avendo conosciuto profondi cambiamenti ha sempre ricoperto il ruolo importante di punto d’incontro, tra popoli, culture e maestranze che hanno lasciato traccia del loro passaggio.
In questo contesto dinamico, il paesaggio cittadino ha vissuto momenti travagliati di trasformazione, fino ad arrivare ad un’immagine odierna variegata e multiforme. Proprio queste peculiarità ci hanno indirizzato verso la scelta di dedicare un intero progetto al racconto fotografico del paesaggio di Porto Torres.
Marcello Seddaiu ha incentrato il suo lavoro Porto sepolto sul paesaggio della foce del Rio Mannu, Roberto Deaddis con il progetto Limiti ha invece esplorato i confini della città attraverso un’analisi personale, mentre Fabio Piccioni, con il suo La città invisibile, ha documentato le trasformazioni e le resistenze degli edifici del polo industriale.
Attraverso il contributo ricevuto, sono stati prodotti un libro e una mostra fotografica.